Dall'anno scolastico 2017-18 gli studenti,finite le medie, potranno iscriversi a 60 prime classi di liceo o istituto tecnico che avranno un percorso di studi di 4 anni anziché 5. Più di mille ore in meno rispetto all'attuale percorso. L'aspetto interessante, oggi diremmo Trumpiano, è che i programmi non dovranno essere toccati. Ovvero, i programmi validi per cinque anni dovranno essere realizzati in 4 anni. Le altre novità in sperimentazione saranno:
a) alternanza scuola lavoro per 200 ore nel terzo e quarto anno (ultimo)
b studio di una materia in lingua straniera
c) partecipazione obbligatoria ad un progetto per la valorizzazione delle eccellenze
d) aver trascorso un periodo di studio all'estero (opzionale)
Gli istituti sono invitati a presentare progetti di innovazione metodologico-didattica per far si che gli studenti raggiungano gli obiettivi di apprendimento e le competenze previste per il quinto anno al termine, però, del quarto anno.
Gli Istituti sono invitati a formulare la loro ricetta per ridurre il programma di 5 anni a 4.
I sindacati lamentano la mancanza di discussione che dovrebbe coinvolgere tutti i cicli di studio, la comprensione dell'obiettivo finale, il rischio di creare un percorso ELITARIO per pochi, la perdita di qualità dell'apprendimento/insegnamento.
Nei prossimi mesi, dopo un'approfondita discussione si concluderà che le ore di matematica ed inglese sono poche e che bisogna aumentarle. E questa sarà la pietra tombale della riforma. Ma poiché bisognerà arrivare alla pensione in un istituto vicino casa, si accetterà la riforma in modo da continuare a fare ciò che si faceva prima e con gli stessi metodi, lamentandosi che la riforma è sbagliata.
Gli assassini, i responsabili di massacri rimasti scritti nella storia sono figure allegoriche rispetto ai massacri generazionali legalizzati nelle scuole e accuratamente occultati nelle statistiche sui risultati finali.
Mai un esame di coscienza sull'opportunità del proprio miglioramento!
Mai una riflessione dissacrante sulla didattica mummificata!
Mai una riflessione sulla necessità di integrare programmaticamente percorsi disciplinari alternando teoria e pratica secondo le modalità di apprendimento più efficaci.