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mercoledì 16 novembre 2011

I santi protettori delle generazioni future

Per alcuni giorni la rete è stata scandagliata per rintracciare Decreti Legge sulle festività e sul calendario scolastico. Il livello di discussione tra il personale della scuola è stato molto elevato, tale da far apparire un docente di Diritto uno sprovveduto e un Non Docente un Principe del Foro.
Alcuni non credenti hanno sostenuto con passione il riconoscimento della festività del Santo Patrono! Il tema della festività del Santo Patrono è stato spellato come un pomodoro maturo, lentamente, perchè ritenuto in gioco un laico diritto acquisito.
Mai tanto interesse per un Santo nella scuola. Mai vista con la medesima passione una discussione su un solo termine o concetto della Riforma della scuola superiore.
Uno spaccato della scuola italiana, dei suoi insegnanti, della società italiana che dovrà cambiare con il ricatto dei risparmiatori internazionali: i veri Santi Patroni delle generazioni future.

I dirigenti scolastici italiani

Per sapere a quale categoria appartiene il proprio dirigente scolastico basta guardare i suoi collaboratori.
I collaboratori sono i colleghi di lavoro e costituiscono i tratti essenziali della personalità del dirigente. Se il dirigente si circonda di persone che valgono con cui discute di tutto, a cui chiede il parere e poi decide, egli potrebbe essere un buon leader. Diventa un vero leader quando si pone al servizio di coloro che progettano e attuano iniziative, quando spazza via gli ostacoli burocratici e le paure di andar per mare su rotte sconosciute. Al desiderio di innovare fa seguire il sostegno ai pionieri, senza riserve e senza cercare consensi impossibili in un ambiente profondamente conservatore. Se, invece, il Dirigente tende ad accentrare tutto nelle sue mani e mette al primo posto, nella scelte dei collaboratori, la fedeltà alla persona, l'onestà e l'ubbidienza pronta e assoluta e mai l'autonomia e la capacità di risolvere problemi, non è un vero leader e non lo potrà mai essere. E' un burocrate; e quando si dice che bisogna migliorare la produttività e la qualità dei servizi azzerando la burocrazia, si intende dire che bisogna eliminare questi dirigenti che sono solo di ostacolo al miglioramento.
Ci sono dirigenti, una esigua minoranza, che non discutono, non fanno partecipare, non chiedono pareri e non informano nessuno. Sono ormai una razza in estinzione e non hanno bisogno che  qualcuno li rimuova dall'incarico. Forse bisogna proteggerli dall'estinzione perché ritengono, a volte con ragione, che i loro docenti non siano di nessuna utilità.
Ci sono poi le vie di mezzo, una maggioranza  che si avvicina al 90% dei dirigenti. Sono quelli che ricamano tessuti di ogni tipo per far calde coperte quando soffia lo scirocco: quelli disposti a discutere all'infinito, ma non informano delle decisioni che hanno preso prima della discussione,  che sollecitano la partecipazione dei docenti per ornare l'ambiente, spesso tetro, dei luoghi di riunione, che chiedono pareri ma solo per sondare le reazioni a decisioni già prese. Questo è il tipico dirigente scolastico italiano per eccellenza che immobilizza gli Istituti. Un dirigente che teme la prova del cambiamento, che afferma solennemente di voler cambiare, ma che si piega alla prima voce contraria. E' il dirigente che si fa beffe della democrazia, che piega ogni iniziativa ai propri desideri contando sull'egoismo e pochezza culturale dei suoi dipendenti. Un leader che addebita agli altri gli ostacoli, le paure e le responsabilità degli insuccessi. E' il leader della responsabilità altrui! Un leader che pianifica il passettino, consapevole che puntualmente viene annullato dal vecchio e generalizzato mondo di pensare, e mai il balzo. Il cambiamento comincia solo, unicamente, dalla persona e mai dalle circostanze e si vede dalla pratica, non dalle parole.

giovedì 10 novembre 2011

Una lettera della BCE ai soggetti del sistema scolastico

"Che cosa si intende fare per valorizzare il ruolo dei professori nelle scuole? Visti anche i deludenti risultati dei test Invalsi, che cosa vuole fare l'Italia per riformare il sistema scolastico?"
Sono queste alcune delle 39 domande con le quali, in cinque pagine, la Commissione Europea passa al setaccio la lettera d'intenti presentata dall'Italia a Bruxelles per cercare di capire le vere intenzioni del governo di Roma.
Abbiamo estremamente bisogno di un organo di controllo come la BCE nel settore dell'istruzione e della formazione professionale. Abbiamo bisogno di una vera autorità che dica agli Istituti e alla pubblica opinione che certi risultati e processi  di insegnamento sono inaccettabili e vanno profondamente cambiati, perchè vengono bruciate intelligenze, distrutte troppe risorse umane oltre che finanziarie; che bisogna applicare integralmente la riforma della scuola superiore in tempi definiti e con azioni precise e rigorose. Purtroppo, non ci sono persone che hanno investito i risparmi di una vita  direttamente nel settore dell'istruzione e formazione e quindi non ci sono minacce di sfiducia che facciano tremare le famiglie che lavorano nel sistema di Istruzione. La sfiducia nei confronti del Paese comprende, però, anche il sistema di istruzione e formazione, con tutti i soggetti attivi e passivi, dai bidelli al Ministro. I più pensano che il giudizio negativo riguarda solo  il Governo e/o il Ministro, ma mettono la testa sotto la sabbia. L'investitore non apprezza una riforma che nessuno applica, apprezza invece i cambiamenti reali nelle scuole e tra queste e il mondo produttivo. E questi cambiamenti oggi non ci sono, nonostante  la Riforma li voglia profondamente. Nessuno vuole i cambiamenti, a cominciare da chi conta realmente: dirigenti di ogni livello. Neppure gli insegnanti vogliono cambiare un bel niente: lavorano nella scuola, ma i problemi della scuola non li riguardano. Peccato che l'investitore abbia vincolato i risultati dell'azione degli insegnanti al futuro economico e civile del paese e  abbia fatto di questo vincolo un elemento di valutazione per continuare a sottoscrivere gli stipendi di tutto il personale della scuola.
Abbiamo bisogno di una bella lettera della BCE che vada in profondità e dica a tutti i soggetti del sistema scolastico: cari signori per salvare il vostro mestiere e il vostro stipendio vi sollecitiamo, entro 15 giorni, a mettere in atto le seguenti azioni:
a) far effettuare ai consigli di classe una programmazione per competenze, utilizzando esclusivamente il modello predisposto dal Ministero della P.I.
b) monitorare l'utilizzo della programmazione  da parte dei componenti del consiglio di classe e istituzionalizzare un riesame mensile della programmazione
c) valutare la programmazione e validare il percorso didattico a fine anno alla luce dei risultati ottenuti formulando indicazioni vincolanti per la successiva programmazione
d) elaborare un modello di iscrizione con annesso patto di corresponsabilità predisposto dal Ministero della P.I.
e) somministrare verifiche oggettive a fine anno predisposte da un ente esterno accreditato dalla  BCE competente per indirizzo di studi
f) predisporre e mettere in atto il recupero obbligatorio delle insufficienze  per le discipline più impegnative fin dall'inizio dell'anno, a costo zero quando emergono insufficienze superiori al 30% per classe
g) verificare, prima dell'accettazione dell'iscrizione, l'adeguatezza della scelta dell'istituto e dell'indirizzo di studio da parte della famiglia e dello studente, effettuando almeno 10 lezioni delle principali discipline e somministrando le opportune prove di verifica
h) accettare in classe senza alcun preavviso la presenza di genitori e osservatori esterni che desiderano monitorare le relazioni di insegnamento e apprendimento
i) instaurare una relazione organica con imprese e/o loro associazioni di categoria, tale da garantire una presenza qualificata e attiva negli organi decisionali dell'Istituto
l) attuare l'alternanza scuola-lavoro e, nelle classi terminali, l'alternanza a progetto e l'esperienza della condivisione di parti del business plan delle aziende partner
m) pubblicare il bilancio sociale corredato da indici di efficienza ed efficacia stabiliti dalla BCE.
n) garantire zero abbandoni, massimo 10% di insuccessi e  20% di sospesi l'anno
Qualora un istituto scolastico non ritenesse opportuno rispondere a tali richieste in modo completo, potrà sempre farsi finanziare dalle famiglie degli iscritti, da aziende o Stati extraeuropei e potrà comunque rilasciare titoli di studio, ma con la dicitura "risultato di apprendimento non conforme alle richieste della BCE".