Quando un Istituto accetta un'iscrizione diventa responsabile del successo scolastico dello studente. L'Istituto si impegna a portare lo studente al diploma, moralmente e contrattualmente.
Portare uno studente al diploma è un dovere, è un atto di responsabilità sociale che coinvolge tutta l'organizzazione scolastica e non solo qualche insegnante dotato di maggiore sensibilità. Appena si presentano, però, i primi dati comportamentali e di profitto incongruenti con la previsione caritatevole dell'insegnante cessano gli obblighi inizialmente assunti e i buoni propositi dell'Istituto. L'incongruenza è addebitata al fornitore (la famiglia), il quale non ha rispettato le specifiche di apprendimento richieste dall'Istituto.
Bisognerebbe chiedersi per quale ragione finanziare un'attività educativa e formativa dedita prevalentemente a mantenere se stessa e solo accidentalmente a formare giovani che resistono alla programmazione di un insegnamento a senso unico. Quando lo studente registra un successo scolastico, il sistema di insegnamento nega allo studente e alla famiglia ogni compartecipazione al risultato, pur non avendo fatto nulla in più o di diverso rispetto a tutti gli iscritti dell'Istituto. L'autore del successo scolastico è l'Istituto e nessun altro. Gli autori dell'insuccesso sono, invece, esclusivamente le famiglie che non collaborano e gli studenti che non studiano. Questa è la scuola sportello, dalla quale deriva l'insegnante impiegato e il Dirigente burocrate.
Quando tale sistema sarà considerato una offesa all'intelligenza umana e frutto di un abuso intellettuale di una casta numerosa e votante?
La responsabilità di un Istituto comincia con l'orientamento in ingresso dello studente. La comunicazione dell'offerta formativa è prevalentemente pubblicitaria, mirata esclusivamente ad acchiappare iscrizioni in un mercato non libero e truccato, costituito da una casta, cioè da Istituti che adottano la stesse regole informative e la stessa propensione acchiappastudenti. Le famiglie non possono vedere e toccare con mano il futuro che acquistano per i loro figli. Quando ci sono carenze di iscrizioni e arrivano studenti con pregressi insuccessi scolastici, la responsabilità morale viene messa completamente da parte: prevale il bisogno di riempire le aule per dimostrare carità cristiana da una parte e validità dell'offerta formativa (alta richiesta di iscrizione equivale ad un alto valore dell'Istituto e della sua offerta!) dall'altra. Non secondario è il bisogno assurdo di evitare disagio a qualche insegnante che potrebbe cambiare Istituto nell'ambito cittadino o provinciale insieme al rischio di creare qualche avventizio in più. Il sistema scuola è di fatto una casta di falsi intellettuali che vorrebbe raccordarsi con le caste superiori dalle quali, però, non è mai stato riconosciuto, per l'inadeguatezza delle sue competenze e per la meschinità delle rivendicazioni che lo hanno contraddistinto negli anni. Questo desiderio non soddisfatto ha portato alla macelleria sociale, per decenni. Quanti giovani sono stati sacrificati sull'altare dell'inamovibilità del docente e della rendita-privilegio di non cambiare mai punto di vista (gli studenti non studiano!!!) e metodo di insegnamento?
Prima di accettare un'iscrizione, l'Istituto dovrebbe offrire allo studente e ai suoi genitori prove di insegnamento delle materie caratterizzanti il piano di studio a cui far seguire prove di apprendimento. In questo modo tutti i soggetti potrebbero capire onestamente e in modo certo se quell''Istituto è ciò che cercano famiglie e studenti e se questi ultimi possono essere soddisfatti dell'offerta formativa. Un insuccesso scolastico che arriverebbe dopo tale prova non potrebbe essere più addebitare allo studente, ma solo all'Istituto.
Bisogna una volta per tutte riconoscere le responsabilità dell'insuccesso scolastico da addebitare solo all'Istituto. Dove finisce l'insuccesso dello studente e dove comincia quello dell'Istituto? Oggi, gli Istituti sono esenti da responsabilità. L’orientamento in ingresso dovrebbe essere costituito dalla erogazione di lezioni delle discipline caratterizzanti i corsi di studio, con metodologie diverse e dalla conseguente valutazione degli apprendimenti. L’orientamento in ingresso, la didattica e l’organizzazione della scuole dovrebbero sentire la responsabilità sociale di far provare un prodotto educativo e formativo. Se la prova ha esito positivo, sarà difficile dimostrare che un Istituto ha fatto tutto il possibile per evitare l'insuccesso scolastico. Ciò non avverrà mai perché il sistema non vuole essere responsabile della propria azione.